mercoledì 28 maggio 2008

Sa Murra

Morra: Antico gioco popolare, già in uso presso gli Egiziani, i Greci e i Romani - questi ultimi lo chiamavano micatio -, e tuttora diffuso in Italia. E' sicuramente il gioco più caratteristico e rappresentativo della Sardegna (sa murra), molto in voga ancora oggi.

Come si gioca:
il gioco si svolge tra due giocatori, i quali stendono simultaneamente un certo numero di dita, e devono dichiarare allo stesso tempo un numero non superiore a dieci (murra). Guadagna il punto chi ha dichiarato il numero corrispondente alla somma delle dita stese da entrambi; l'incontro si svolge secondo il criterio partita-rivincita-bella, vince la partita chi per primo totalizza il numero dei punti in precedenza stabilito (16 in partita e rivincita,21 nella bella) e vince l'incontro chi si aggiudica due partite su tre.

Non si tratta, però, di un gioco esclusivamente individuale.
Possono essere formate due squadre di doppio; in tal caso, due sfidanti avviano la partita e chi prende il punto sfida l'altro avversario finché non si aggiudica il punto.
Questo è un gioco tanto popolare quanto difficile, perchè non è banale tenere la concentrazione per cercare di prevedere quale punteggio sarà dato dalla somma delle due mani. Occorre pertanto essere esperti per giocare ad un certo livello e nei tornei, ma questo è un gioco che possono giocare tutte le persone che vogliono misurare la propria abilità e prontezza di riflessi.



Gioco d'azzardo e divieti
Molto diffuso in Italia, e specialmente in Sardegna e in Friuli, la morra è stata nel recente passato caratterizzata come gioco proibito ai tempi del fascismo; la legge tuttora vieta (sulla base del Testo Unico per le Leggi in materia di Pubblica Sicurezza, T.U.L.P.S.) il gioco della morra nei luoghi pubblici. Ciò è dato dal fatto che, soprattutto nell'alta Italia, si praticava tale gioco a tutti gli effetti come
gioco d'azzardo, anche se questa affermazione dà una percezione sbagliata del fenomeno. La morra era oggetto quindi di scommesse, in palio c'era solitamente un litro di vino come accadeva per una qualsiasi partita di carte, l'unica differenza stava nel fatto che la violenza gestuale e verbale del gioco si prestava benissimo a malintesi ed equivoci che sovente, grazie soprattutto ai contributi dell'alcool e per evitare di pagare il pegno, avevano dei risvolti drammatici fra le persone interessate.

Quindi il gioco non può essere definito propriamente un gioco d'azzardo perché non fa ricorso a nessuna logica d'azzardo, e perché nessun generatore d'azzardo viene utilizzato. Si può per contro parlare di incertezza, la stessa che accompagna qualsiasi incontro sportivo. Un giocatore troppo prevedibile perderà facilmente contro uno dotato di maggior attenzione, intuito ed osservazione, così come una squadra di calcio poco allenata e mal organizzata perderà facilmente contro una più attenta ed in forma.
I divieti non esistono invece in Spagna, altro paese in cui la morra è giocata, specie nella regione dell'Aragona, o in Corsica, altra regione del Mar Mediterraneo in cui si gioca. Ciò non sorprende in quanto, essendo stato un gioco largamente diffuse nelle stesse legioni romane, la morra abbia suscitato interesse in tutte quelle zone che un tempo furono colonie dell'impero romano. Attualmente è in atto, da parte di numerose associazioni in tutta Italia, il recupero del gioco della morra come facente parte della tradizione italiana, tramite delle iniziative in questo senso.

Fonti: http://www.samurra.org/, wikipedia.org/morra

7 commenti:

j ha detto...

Ciao pinuccio,
Volevo solo dirti che ho rimediato all'increscioso errore e ho inserito il tuo blog nel mio netuorch. Sei invitato a passare a trovarmi per verificare di persona. Spero che questa mia dimenticanza, non incrini in nessuon modo lo splendido rapporto che si è creato tra noi.
totus tuus,
J

Anonimo ha detto...

e rimase documentato un:
"chimbe, suzza però, nove, suzza però, tre, suzza però, murra, suzza però, battoro..."
e così via, e così via...

Anonimo ha detto...

Oddio è da un po' che mi è stato insegnato ma ancora non riesco a urlare i numeri in sardo pur essendo sarda( lo so è un po' una vergogna, ma in questi anni mi sto dando da fare per parlarlo al meglio). In più è un gioco che mi intimorisce e guardare negli occhi l'avversario mi rende nervosa.
ile

Pinuccio ha detto...

beh, cara Ilenia, se guardi l'avversario negli occhi sei fregata: devi guardare le dita, ricordatelo. Comunque è vero che intimorisce, sopratutto per i suoni che vengono emessi durante l'atto, possono sembrare violenti, ma in realtà è tutta scena.
Baci

Anonimo ha detto...

Forse è vero che intimorisce un po', ma guardare voi giocare è davvero mooooolto divertente!!!
baci, erma

Giulia (la vyrtuosa) ha detto...

Ehi questo gioco mi ispira...me ne aveva parlato una ragazza sarda conosciuta in Grecia, ma sinceramente ci avevo capito poco!

Qualcuno di voi (so che il corso di Giornalismo è frequentato da una ristretta "comunità" sarda...) potrebbe gentilmente spiegarmelo??
Giulia

viddiu ha detto...

Bello, divertente, tutto quello che volete...ma se il vostro ruolo è il "contadore" non c'è proprio un cazzo da ridere...
Statisticamente provato che quando si è in "murra-time" (fine spuntino) l'alcol stia galoppando alla Varenne e i conti del contadore non corrispondano MAI a quelli dei "murradores".
Indi per cui...bevete, mangiate, giocate ma...FRA AMICI!
Viddiu